Viola

MILANO – Il 7 dicembre a Milano è
Sant'Ambrogio , la festa del patrono della città: la borghesia milanese inaugura
in questa data con la prima della Scala un anno nuovo di sfruttamento e di
dominio, ostentando la sua ricchezza i suoi privilegi. 

Anni fa la contestazione
studentesca travolse la Scala e tuorli d'uovo scivolavano sulle pellicce,
c'erano le bandiere rosse, c'erano gli studenti e fu un momento decisivo di
attacco ai simboli della società dei consumi; i giovani erano lì sia a
denunciare il consumismo, affermando che la liberazione degli individui non
passa attraverso la scalata ai beni di consumo sia a ricordare la società dei
consumi è sempre società borghese, dove esistono le discriminazioni di classe e
le disuguglianze: mentre la borghesia impellicciata si arrogava il diritto alla
prima della Scala, ad Avola la polizia sparava ed uccideva due proletari. 

Il
proletariato giovanile andrà alla Scala, ha bisogno di andare alla Scala, sarà
molto difficile andarci creativamente ma faremo il possibile, saremo lì a
gridare che vogliamo vivere e che non siamo disposti a fare sacrifici. 

Perchè
quest'anno e non l'anno scorso alla prima? Perchè quest'anno la prima alla Scala
è – per la borghesia milanese – un'occasione di affermazione politica sul
proletariato e un'ostentazione di una forza che si sta ricostruendo, è l'insulto
al proletariato costretto a fare sacrifici per mandare i borghesi alla prima. La
prima della Scala è oggi una scadenza politica. 

Il proletariato giovanile si
pone, insieme con le donne, come detonatore e come avanguardia culturale
dell'esplosione degli attuali equilibri di forze fra le classi, ma c'è qualcosa
di più dal 1968. La logica dei sacrifici è la logica borghese che dice: ai
proletari la pastasciutta, ai borghesi il caviale. Noi rivendichiamo il diritto
al caviale: perchè siamo arroganti (forse perchè è caratteristica dei giovani);
perchè nessuno potrà mai convincerci che in tempi di sacrifici i borghesi
possono andare in prima visione e noi no, che loro possono mangiare il
parmigiano e noi no, o addirittura a costringerci a digiunare. 

I privilegi che
la borghesia riserva per se sono i nostri, li paghiamo noi. Per questo li
vogliamo conquistare e ne facciamo una questione di principio. Vogliamo tutti i
proletari con la pelliccia? No, vogliamo semplicemente prenderci le pellicce che
i borghesi portano a nostre spese e ostentano per umiliarci: per il resto siamo
dalla parte dei bisogni, appoggiamo la loro giusta lotta per non farci ingoiare
da chi domina sul genere umano. 

Il diritto di impossessarci dei privilegi della
borghesia è un elemento nuovo dal 1968, ieri uova marce oggi autoriduzione. 8
anni dopo c'è un nuovo soggetto sociale, imprevedibile ed estremamente nuovo, le
cui lontane radici possono essere riconosciute nel '68 giovanile, nella
ribellione dei capelli lunghi, nelle fughe da casa e nella prima musica nuova. 


Un nuovo soggetto sociale che entra con schemi propri e con tono dirompente
sulla scena della lotta di classe, o meglio della vita quotidiana. E' il
proletariato giovanile, quello vero e non le etichette che tanti vanno
appiccicando come nel caso dei Comitati Antifascisti repentinamente
trasformatisi in circoli giovanili. 

Il proletariato giovanile è un'altra cosa, è
un movimento la cui forza si basa sulla creatività (che non è accessorio più o
meno superfluo, ma è la sostanza), la cui sopravvivenza è vincolata dalla
capacità di usare la forza, perchè la questione è per i giovani o
l'emarginazione totale o il potere totale. Nonostante la giunta rossa, il
privilegio della prima è stato dato ancora alla borghesia milanese, perciò ci
mobiliteremo per impedire ai borghesi di entrare nella Scala: visto che è stata
negata a noi, faremo di tutto per negarla a loro. 

Se non riusciremo ad
autoridurre, autoridurremo gli spettatori. 

Paolo Grassi, "socialista" e
direttore della Scala, ci ha detto che è giusto far pagare 100.000 lire ai
borghesi che vogliono andare alla prima, perchè così si finanzia la produzione
culturale; noi gli rispondiamo che l'incasso della prima deve andare ai centri
di lotta contro l'eroina, che la cultura deve essere dei proletari. 

L'appuntamento per tutti è per martedì sera alle
17,30 in centro con le nostre bandiere viola.

Circoli del Proletariato
Giovanile 

7 dicembre 76

This entry was posted in Settantasette. Bookmark the permalink.