In questo clima…

"In questo
clima, mentre si passa dal '76 al '77, la vita quotidiana
della libreria registra trasformazioni considerevoli. I
giovani del movimento '77 si mischiano con i vecchi militanti,
le componenti libertarie e situazioniste si rinnovano e si
diffondono. A fianco poi c'è l'estensione generalizzata delle
pratiche femministe che dopo e durante la sperimentazione dei
gruppi di autocoscienza si dotano di giornali, riviste, sedi
proprie. 

Certamente l'emergere delle tematiche femministe
contribuisce a dare il colpo definitivo ai gruppi verticali.
Molte militanti uscirono dalle organizzazioni e altre rimasero
all'interno ma anche queste ultime con profonda e rinnovata
autonomia. Tutto ciò che riguardava l'autorità maschile sia in
politica che nel privato venne rimesso in discussione dalle
fondamenta. La battaglia contro i ruoli produsse sfracelli sia
in politica che tra le coppie dei compagni. 

Ci furono
moltissime separazioni con conseguenze spesso drammatiche
sulla vita dei militanti maschi. In realtà la gran parte della
politica militante era stata fortemente caratterizzata da un
maschilismo strisciante, o di contenuti, e la rivolta delle
donne trovò gli uomini totalmente impreparati a fronteggiare
queste nuove identità.

Comincia così in Calusca una
processione di compagni più o meno giovani che hanno in crisi
la coppia e di conseguenza fanno un uso accelerato di
psicoanalisi e di testi sulla sessualità per capire dove
diavolo vanno a finire o meglio che cosa è successo alle loro
esistenze private investite dal ciclone femminista. E' un
periodo, e durerà molto, di grande malessere per gli uomini. 


Il '77 sarà dunque un anno assolutamente faticosissimo da
vivere in libreria. Faticoso proprio nei rapporti
interpersonali quotidiani anche se, come riscontro, vi è una
grande ricchezza derivata dall'inquietudine e dalla ricerca di
nuove vie e di nuove culture. In questo quadro ci sono i
drammatici scontri di Bologna, la grande e violenta
manifestazione di Roma e le prime sperimentazioni dei nuovi
modelli repressivi prodotti dai governi di unità nazionale.
Partono cioè i vari teoremi che fanno un tutt'uno della
complessità del movimento, che tentano di appiattire le
culture politiche sulla tematica del complotto unitario o del
fiancheggiamento degli allora ultra-minoritari gruppi armati.
In prima fila a soffiare sul fuoco o a gestire direttamente la
repressione è, come avevamo previsto, il PCI, oramai nell'area
governativa. Partono così le prime incriminazioni per
associazione sovversiva a Bifo e agli altri di Bologna, viene
chiusa manu militari Radio Alice e Toni Negri si rifugia una
prima volta in Svizzera perché inquisito anche lui per una
fantomatica associazione sovversiva. 

Il PCI usa tutta
l'efficacia dei propri mezzi di comunicazione e tutta la forza
che ha in fabbrica per criminalizzare qualsiasi cosa si muova
alla sua sinistra. Famosi sono per esempio i questionari
distribuiti dalle varie federazioni del PCI nelle fabbriche e
nei quartieri. Il loro contenuto era un vero e proprio invito
alla delazione, a denunciare cioè attraverso la cultura del
sospetto chiunque non rientrasse nella linea di collaborazione
con il PCI stesso. In questa direzione si può dire che più che
la classe operaia che si fa stato di berlingueriana memoria,
si determina piuttosto il PCI che si fa magistratura e forza
di polizia. Nella pubblicistica ufficiale comunista e
democristiana (ma anche degli altri partiti), il pentitismo e
la delazione diventano categorie e valori morali. 

Le
conseguenze, nel tempo, sul piano della cultura giuridica e in
genere degli universi etici del paese saranno terribili e i
suoi esiti sono fin troppo evidenti ancora oggi. Tornando a
quegli anni, personaggi come Pecchioli e Violante sono i
diretti ispiratori dei magistrati inquirenti e il sistema
politico sembra voler delegare alla magistratura il ruolo
vicario del parlamento mentre nelle aule dei tribunali si
consumeranno qualche anno dopo autentiche infamie giuridiche. 


Avviene nei fatti il passaggio, intuito precedentemente, dalla
strategia della tensione alla politica dell'emergenza. Tutto
ciò che non rientra nella compatibilità del sistema viene
sussunto dentro la categoria di emergenza per essere represso
o intimidito. Vengono effettuate in continuazione moltissime
perquisizioni in tutta Italia: a me smontano sette o otto
volte la casa e la libreria. Perquisire la libreria era poi un
problema perché ci volevano giorni interi di lavoro: c'era una
montagna di carta da esaminare e quindi, regolarmente,
arrivavano 10 carabinieri che per ore si mettevano a cercare
documenti sovversivi."

(PRIMO MORONI – "Ma l'amor mio non muore")

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