La responsabilità degli scontri odierni all’università ricade sull’iniziativa provocatoria ed estranea al movimento presa dal Pci, sotto una copertura sindacale unitaria, con il comizio di Luciano Lama.
A questa iniziativa il movimento aveva risposto con una proposta di confronto politico che consisteva in un’assemblea con la partecipazione dei collettivi d’occupazione. Questa proposta è stata respinta da uno schieramento di servizio d’ordine che ha occupato il piazzale dell’Università, cancellando scritte di lotta e provocando in vario modo I compagni del movimento.
Gli scontri sono cominciati con una prima carica del servizio d’ordine del Pci contro compagni che, in modo esplicitamente ironico e pacifico, manifestavano il loro dissenso nei confronti della politica dei sacrifici proposta da Lama. Dopo il primo assalto la situazione è degenerata in scontri violenti che si sono protratti fino all’uscita del servizio d’ordine del Pci dall’università. Il bilancio è di circa 70 feriti, di cui due gravi. Il movimento considera gravissimo quanto è accaduto. Scontri del genere, originati dalla chiara volontà di soffocare le lotte degli studenti e dei giovani disoccupati, non hanno precedenti di questa ampiezza nella storia del movimento operaio degli ultimi anni. Consideriamo positivo che a questa provocazione il movimento abbia saputo dare un’immediata risposta.
Contro queste degenerazioni il movimento si impegna a continuare le lotte sui suoi obiettivi nelle forme più appropriate e sin da ora diffida la polizia dal prendere pretesto da questa incursione esterna per rientrare di forza nell’Ateneo.
(17 febbraio 1977)